I gruppi a pagamento su Facebook

A giugno del 2018 Facebook ha annunciato una nuova funzionalità: i gruppi a pagamento.
Significa, in sostanza, che Facebook lavora per mettere a disposizione di chi gestisce delle community un servizio premium.

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Grazie al Facebook Community Leadership Group: Milan, il gruppo di Milano dedicato agli amministratori di gruppi su Facebook, ho potuto entrare a fae un giro di prova in uno dei 40 gruppi “pilota” di questa nuova funzionalità.

Il gruppo si presenta così.

È un “gruppo chiuso in abbonamento”.
L’amministratore ha messo a disposizione un periodo di prova (free trial) che si può richidedere.

Sotto alla cover c’è il prezzo e la descrizione delle modalità di cancellazione, in qualunque momento.

Subito sotto, poi, ci sono le “ricompense”, ciò che otterrai per il fatto di essere all’interno del gruppo a pagamento. Sono, naturalmente, decise da chi amministra il gruppo.

Ho fatto la richiesta di free trial. Per farlo ho comunque dovuto collegare a Facebook un sistema di pagamento.

Si tratta, come puoi vedere, di un abbonamento ricorsivo.

Il sistema mi comunica che ho una settimana di prova gratuita, che mi verrà addebitato il primo mese nella data in cui scade questa settimana (a meno che io non esegua l’annullamento della sottoscrizione entro le 24 ore precedenti).

I testi sono in italiano/inglese: da un lato è confortante per chi, come noi, ha ancora un sito che zoppica da questo punto di vista. Dall’altro ti dà la misura di quanta strada ci sia ancora da fare in termini di user experience ma anche di quanto sia importante fare le cose senza puntare al 100% del copletamento. Si preferisce che la funzionalità tecnica sia operativa, prima di tutto. È un male? È un bene? Anche noi con Wolf e Slow News abbiamo dovuto fare così. Certo, probabilmente da Facebook mi aspetterei che quei quattro testi da preparare fossero affidati a qualcuno che sa far bene il lavoro del copy (per quanto ci riguarda: i testi ce li abbiamo, tocca solo capire quando riusciremo a farli mettere in opera dagli sviluppatori!), o almeno che non ci fosse scritto “il tuo abbonamento di monthly”. Ma sappiamo bene cosa vuol dire avere un servizio in beta.

Trovo abbastanza significativo, però, che fin da subito Facebook abbia previsto la ricorsività dell’abbonamento con rinnovo automatico (diversamente, i tassi d’abbandono e il lavoro da fare per riconvertire gli abbonati sarebbero soverchianti).

Mandata la richiesta, una volta approvata ho ricevuto la notifica dell’abbonamento monthly attivo.

 

Fine, da questo momento sono all’interno del gruppo a pagamento. Per partire, devo attivare la free trial.

Il pulsante si è trasformato da “Request” a “Start Free Trial”.

Una volta cliccato su Start Free Trial, risulti iscritto e posso amministrare la mia “subscription”. Il pulsante rimanda direttamente alla parte a pagamento, da cui posso annullare l’abbonamento o cambiare modalità di pagamento.

Lo strumento è sicuramente interessante.

Visto dal punto di vista di chi crea contenuti e lavora con le community è un bel risparmio di tempo e un tool molto utile (sarebbe stato utilissimo, per esempio, per il lancio di Wolf!), anche se come al solito devi essere capace di non legarti mani e piedi alla piattaforma.

Potrebbe essere interessante anche per gli abbonati a una rivista e per gli editori più grandi di quanto non sia Slow News. Da vedere come si integrerà con la fatturazione elettronica e gli obblighi burocratici, ma appena la funzionalità sarà operativa sicuramente la testeremo non solo da utilizzatori ma anche fornitori.

Per il momento non risulta che Facebook si prenda una percentuale dai ricavati dell’abbonamento, ma potrebbe farlo in futuro. Considerate le spese da sostenere per avere un’operatività sul tuo sito e la fatica a mantenerlo funzionante, sarebbe anche tollerabile (bisognerebbe comunque fare due conti).

(AP)