C’è una regola non scritta, nel mondo della comunicazione digitale. E quella regola è che devi stare sul pezzo, anche a costo di immergerti un po’ in quell’istantismo di cui ci siamo ammalati per forza di cose. Non vuol dire che devi per forza avere un’opinione su tutto, ma vuol dire che devi sapere di cosa si sta parlando quando si parla di qualche novità. Almeno per sentito dire.
Una di queste possibili novità è il Cross Border Insights Finder, nel quale mi sono imbattutto perché seguo Enrico Marchetto su Facebook (non sai mai attraverso quale canale ti raggiungono le informazioni ed è impensabile che tu possa presidiarli sempre tutti, quindi fatti un buon feed di fonti, tanto non è necessario arrivare per forza per primi).
Si tratta di uno strumento partorito dal Facebook IQ.
Funziona così, e mentre ti mostro come funziona ti faccio vedere uno dei possibili usi.
Per prima cosa gli devi dire in che nazione operi.
Poi in quale mercato lavori o quale mercato vuoi esplorare, scegliendo fra quelli che ti propone il sistema.
Ho scelto il mondo dei media. A quel punto, devi definire gli obiettivi di campagna.
Ho scelto “conversione”.
Il sistema ti propone una comparazione “di default”. Questa, per esempio.
Qui ti sta banalmente mostrando quanti sono gli iscritti a Facebook che puoi raggiungere con una campagna in diversi paesi.
Ti fa anche una comparazione a livello mondiale di quanto sia facile o difficile convertire con annunci pubblicitari a seconda della nazione, di quanto costi e di quanto sia elevata la competizione sull’ecosistema Facebook nelle varie nazioni, con un grafo a mappa come quello che vedi qua sopra.
Ma si va oltre: lo strumento ti permette di fare delle comparazioni specifiche.
Ho deciso di comparare l’Italia con la Danimarca (che è uno dei miei punti di riferimento per l’esperienza di Zetland) per la verticalità tematica media e intrattenimento.
Anche qui lo strumento ti offre tanto per cominciare la “Potential Reach”, ovvero il numero di persone che potresti raggiungere teoricamente su Facebook.
Quando compari, puoi scegliere anche nel dettaglio che tipo di obiettivi vuoi verificare. Per esempio, la conversione la puoi misurare e comparare su nove ambiti diversi, che vanno dalla visualizzazione del contenuto all’acquisto.
A questo punto il sistema ti propone nel dettaglio i tre indici distinti di comparazione (che ovviamente variano non solo a seconda dell’obiettivo che hai scelto ma anche, nel caso della conversione, per esempio, a seconda di quale o quali azioni hai scelto come corrispondenti a quell’obiettivo).
Il “competition index” che è l’indice di competizione,un dato che ti mostra la frequenza con cui le persone vedono annunci nelle nazioni che hai scelto e relativamente alle verticalità e agli obiettivi di campagna che hai scelto.
Qui, per esempio, vedi che la Danimarca è in genere un ecosistema molto più competitivo dell’Italia.
Poi c’è l’indice di conversione. Ovvero: un coefficiente che ti dice quante persone fanno l’azione desiderata dai marketer rispetto agli obiettivi di conversione che hai scelto e rispetto a quella determinata verticalità di mercato.
Infine, c’è un indice di costo.
Gli usi per questo strumento sono molteplici. È vero: probabilmente ti servono perlopiù se hai un business che si può espandere all’estero.
Ma possono servirti anche per ricerca, per verifica, per cercare di capire, in paesi in cui stai seguendo alcune strategie comunicative da parte di aziende, in quale ecosistema operino e cosa potresti fare tu. Puoi stabilire in quali periodi dell’anno sembra essere più conveniente far campagne per un certo mercato, puoi andare in profondità e avere un bel po’ di dati da utilizzare per strategie di campagne.
Se poi combini tutto questo a un uso sapiente della Libreria delle Inserzioni, ancora meglio.
(AP)