Privacy Heroes

Grazie a una pubblicità a piena pagina su una rivista cartacea (Traveller, la rivista branded di EasyJet che abbiamo confrontato con quella di Alitalia per spiegare il concetto di piramide invertita del content marketing) ho scoperto, a ottobre del 2018, l’esistenza di Privacyheroes.io.

___STEADY_PAYWALL___

La campagna Privacy Heroes
Così ho cominciato a studiare. Perché quel che fa questa specie di consorzio costituito da DuckDuckGo, Brave, ProtonVPN, Tresorit, Threema e ProtonMail è, almeno in parte, quello che intendiamo quando diciamo che uno degli obiettivi di un progetto come Wolf (e come la sua casa madre Slow News) dovrebbe essere quello di aiutare le persone a capire l’ecosistema in cui vivono, ad orientarsi, a utilizzare gli strumenti che vogliono.

Se guardiamo la missione che i supereroi della Privacy si auto-attribuiscono, è molto simile a quella di Solid, il progetto di Tim Berners-Lee: aggiustare il web.

«If you see us on the street, we’re just regular old programmers, engineers, scientists, and designers. But here in cyberspace, we spring into action. Our mission? To make the Internet a safe place to conduct business, browse the web, and store sensitive data».

«Se ci incontri per strada, siamo solo ordinari vecchi programmatori, ingegnieri, scienziati e designer. Ma qui nel cyberspazio, entriamo in azione. La nostra missione? Fare di Internet un posto sicuro dove fare affari, navigare il web e proteggere dati sensibili».

La prima domanda che dovremmo farci è: il web si è davvero rotto?

Lo hanno detto talmente tante persone e voci diverse (1, 2, 3 and counting) che in effetti siamo portati a crederci. E in fondo lo vediamo anche noi. È rotto nel senso che c’è chi ne ha abusato. Si rompe quando concepiamo lo spazio digitale come un luogo da riempire a saturazione. Si rompe quando cerchiamo scorciatoie, quando facciamo il mercato dei link, quando vogliamo fregare l’algoritmo, quando il modello di business porta i giornali a pubblicare notizie-non-notizie e via dicendo.

Attenzione, però: non lo rompono le persone che lo usano. Lo rompono gli addetti ai lavori. E questo è il primo punto fondamentale da capire.

Da dove ripartire? Secondo i “Privacy Heroes”, bisogna ripartire dalla difesa della privacy e dei dati. Che è senz’altro un buon punto di partenza.

Su reddit si discute proprio discutendo della campagna che ho trovato e si parla anche di alcuni di questi servizi. Sia chiaro: è una pubblicità. E dunque ci sono dei concorrenti dei servizi di cui parleremo. I servizi in questione sono:

DuckDuckGo – un motore di ricerca
Brave – un browser
ProtonVPN – una VPN
Tresorit – un archivio di file
Threema – una app di messaggistica
Protonmail – un servizio di mail criptate

l’etichetta di Privacy Heroes è, la loro strategia di marketing: compagnie diverse hanno deciso di mettersi insieme per diffondere i propri valori (come spiega su Reddit una dipendente di Proton). In effetti, un’accurata spiegazione di cosa voglia dire, nel 2018, tutta questa attenzione per la privacy potrebbe avere un senso prima ancora di convincere le persone a usare un determinato servizio. Anche perché sappiamo bene che spostare masse critiche da un servizio all’altro, quando il primo funziona e si è costruito una posizione di dominio semi-monopolistico, è molto difficile.

A differenza del mondo super-geek che si sta aggregando intorno a Solid, insomma, sembrerebbe che qui ci sia una consapevolezza di dover prima di tutto essere capaci di comunicarsi.

Perché mai, visto che ho una quantità incredibile di opzioni che usano in tanti, dovrei scegliere una nuova app di messaggistica? E un nuovo browser? E un nuovo client di posta? E quali sono i modelli di business che animano queste realtà?

Ne parleremo, analizzandole una a una nello specifico.