Una landing page ai raggi X

Qualsiasi pagina del tuo sito è una potenziale landing page. Quindi è bene che tu le tenga pulite, semplici, funzionali, efficaci, e, soprattutto, che tu abbia ben chiaro cosa vorresti che facessero i lettori che atterrano sulle pagine del tuo sito, partendo dal presupposto che non puoi prevedere con esattezza da dove arriveranno e dove atterreranno (ma puoi farti delle idee e puoi anche rinunciare serenamente al controllo di tutto).

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Ci sono, poi, landing page che sono più landing page di altre.

Sono quelle in cui vuoi che i tuoi lettori possano fare cose, ma in maniera limitata, perché sono pagine dalle quali vuoi vendere. Di solito sono pagine sulle quali hai un controllo maggiore: potresti anche voler diffondere il link di quelle pagine solo via mail o suoi social, occultarle ai motori di ricerca e simili, per avere un po’ più di certezza sulla tracciabilità delle azioni delle persone che le leggono.

Esattamente come tutte le altre componenti della tua attività online, vanno progettate. E vanno progettate – non mi stancherò mai di ripeterlo – studiando, replicando, imitando e infine riadattando e facendo proprie le operazioni messe in campo dai migliori. Senza fossilizzarsi su cose tipo: mai più di tre link, almeno 300 parole o altre amenità che lasciano il tempo che trovano.

Vediamo com’è fatta la landing page associata alla DEM che abbiamo visto nel numero 241 di Wolf.

L’header è coerente con la realtà che stiamo visitando e che conosciamo. A sinistra il brand, a destra la possibilità di loggarti se sei già iscritto.

Poi un menù a tre. Insomma, la landing in realtà è un mini-sito di tre pagine.

La pagina «Single Report Purchase» non è nient’altro che il negozio con tutti i report.

La pagina «News Membership» è la pagina da cui puoi iscriverti alla newsletter gratuita (se proprio non riesco a convincerti a comprare, almeno mi porto a casa i tuoi dati e qualche altra iscrizione se ne hai già)

La pagina «Bundle and Save» è quella alla quale si accede se si clicca sulla call to action «ACCESS FULL REPORT» o sul titolo del report contenuto nella DEM.

Quest’ultima è la pagina che dovrebbe convertire in clienti i visitatori. Se ne vedono di ogni genere, quindi questo è solo un esempio.

Testo e foto del report se fosse cartaceo.

Poi spiegone dei vantaggi di acquistare non solo quel report ma un vero e proprio «abbonamento» a tutti i report sul tema. E un bel pulsante con una call to action che più chiara non si può. COMPRA ORA. Con una specie di sommario di quel che imparerai.

Se clicchi, ti aggiungono il pacchetto di report direttamente nel carrello. Sotto, parte l’elenco infinito dei report, che si chiude con il valore reale (nient’altro che la somma del prezzo a cui vengono venduti, ovviamente!), cancellato e con lo sconto «incredibile» (del 94%, mica poco, se ti interessa la questione) che ti offrono.

Fine dei giochi. L’essenzialità di questa landing, senza fronzoli e con percorsi semplici, lineari, molto studiati, un tono di voce essenziale e autorevole, perfettamente coerente con la mail che lancia la landing stessa, deve per forza di cose diventare oggetto dei tuoi studi.

Ci sono molti modi, poi, di affrontare il tema. Ne vedremo altri.