La densità delle keyword o del valore aggiunto

La keyword density è, cito testualmente dalla definizione di Searchmetrics, un numero che ti dice

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«quanto spesso un termine appare in un testo, in relazione al numero totale delle parole del testo stesso. Per esempio: una parola appare 3 volte in un testo di 100 parole? Bene, la keyword density di quella parola è pari al 3%».

Negli anni ’90, come spiega la buona ricostruzione storica di Wikipedia inglese,

«agli albori dei motori di ricerca, la keyword density era un segnale importante nel page ranking [cioè: per fare SEO, ndr]. Tuttavia, mentre i webmaster scoprivano come implementare al meglio il concetto di keyword density, i motori di ricerca incominciavano a dare priorità ad altri fattori fuori dal controllo diretto dei webmaster. Oggi, l’abuso di keyword, una pratica chiamata keyword stuffing, causerà una penalizzazione alle pagine»

Quanto sopra è ben noto nell’ambiente di chi si occupa seriamente di contenuti ottimizzati per i motori di ricerca. E fa anche parte della storia dei motori di ricerca e di tutti i trucchetti che utilizziamo sul digitale. Fatto il trucco, qualcuno cerca di porvi rimedio.

È come le già citate recensioni finte su Tripadvisor. Quanta spazzatura si produce nel tentativo di truffare un meccanismo? Quanta energia positiva si potrebbe canalizzare, invece, nel miglioramento di un servizio?

Anche in Italia l’argomento è sdoganato: Jacopo Matteuzzi scriveva già nel 2013 su StudioSamo che

«la keyword density è una metrica inutile; gli strumenti per analizzarla (keyword density tool, di cui la rete è piena) sono una colossale perdita di tempo, e le persone che inseguono qualche mistica keyword density andrebbero subito esorcizzate»

trovando, ovviamente, nei commenti, qualche detrattore.

Giorgio Tave si esprimeva in merito fin dal 2005 (!) sul forum GT, il cui claim (non è un caso) è «condividiamo idee e conoscenza»:

«Ragazzi, la Key Density non è un fattore che ora è usato da Google e non lo è mai stato, non sono queste le cose importanti per il posizionamento.

Ma che cosa è importante per Google?

Per un motore di ricerca è importante non far ridere l’utente quanto fa una richiesta, ma fornirgli una risposta molto valida».

Sullo stesso filone si inserisce la mia personale presa di posizione «contro» il SEO copywriting che, semplicemente, non esiste.

Eppure, proprio qualche giorno fa, sul sito ufficiale del popolarissimo plugin Yoast – quello con il semaforino, per capirci – è apparso un articolo che ha gettato nello sconforto più d’un addetto ai lavori.

Il pezzo si intitola Keyword density in Yoast SEO – What you should know e, fra le altre cose, afferma questo:

«In Yoast SEO ti incoraggiamo a cercare di avere una keyword density compresa all’interno di un intervallo fra 0,5% e 2,5%, a seconda di alcuni fattori. Potrebbe sembrare un intervallo un po’ troppo stringente, ma in realtà non lo è. Stiamo lavorando sulla ridefinizione di questo intervallo per renderlo dipendente, per esempio, dalla lunghezza della tua keyword».

Giorgio Tave, sul suo Facebook, ha scritto questo.

Ebbene, è così.

Questo tipo di contenuti dimostrano una serie di cose

  • non è vero che c’è buona letteratura tecnica solamente in lingua inglese e che la letteratura di riferimento in lingua inglese è avanti anni luce rispetto a noi
  • i pezzi di content marketing puntano su concetti popolari, non sulla complessità
  • i concetti popolari come quello della keyword density sono vecchi (e sbagliati) da più di dieci anni eppure continuano a fare proseliti perché sono facili da capire
  • continuare a diffondere letteratura su concetti popolari significa inquinare l’ecosistema
  • c’è bisogno di testi di formazione, continuamente
  • c’è bisogno di alzare l’asticella e puntare sulla complessità

La keyword density, semplicemente, non è una metrica che conta.

«Oggi mi stampo questo», scrive Giorgio, «This is why a keyword density of 2.5% is a nice indication of natural, yet optimized text as well.» e ci metto l’etichetta DISINFORMAZIONE.»

Siccome in Wolf crediamo molto nella condivisione di conoscenza, sapere e tecnica, condividiamo appieno questa presa di posizione.

L’unica densità che conta è quella del valore aggiunto dei tuoi contenuti, che risponderanno a domande consapevoli o latenti del tuo pubblico. E questo è quel che è veramente difficile.