Wolf. 20

Destinations
Oggi, il pezzone è dedicato a Google e ai suoi esperimenti. Ieri, nel frattempo, la SERP del motore di ricerca è stata arricchita di una nuova funzionalità che riguarda i viaggi. Google sta lentamente abdicando alla cara vecchia legge del keep it simple. Dopo il fallimento della authorship, ammetto che carezzavo la speranza che un giorno avrei visto di nuovo SERP con 10 risultati testuali, semplici, eleganti, funzionali. Non è così, evidentemente. La funzionalità è attiva sugli smartphone (dovrebbe essere in rilascio, quindi non è detto che funzioni per tutti). Praticamente, tu scrivi una destinazione geografica nella barra di ricerca e Google, bontà sua, ti offre tutti i suoi strumenti per pianificare il tuo viaggio. Buona settimana a tutti coloro che hanno progettato un sito sui viaggi con un modello basato esclusivamente sulla SEO (diversificare, sempre, per non soccombere).
Tu chiamalo se vuoi
Nei post-it di oggi, Pier Luca Santoro ci parla, fra l’altro, del caso Coca-Cola e del magazine Journal. Fa numeri impressionanti ed è un bel caso di comunicazione aziendale: senza ombra di dubbio è una strada che i grandi marchi seguiranno sempre più spesso. Ma davvero dobbiamo chiamarlo brand journalism? Da Contently:

«Non importa se le tue “brand-redazioni” sono formate da giornalisti. Come scrive Jay Rosen, autore di PressThing e professore alla New York University: «Il content marketing con un valore informativo è diretto ai clienti (attuali e potenziali). Il giornalismo è diretto al pubblico».

Oggi è un tema che sembra particolarmente adatto anche a quel che sta combinando Google. Ne parliamo?

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