Wolf. 10

Lungimiranza
Nel 1999 Enrico Pulcini scriveva: «Da piccoli clan e collettivi rivoluzionari, le comunità sul www sono diventate masse di utenti con specifici bisogni informativi e precise esigenze di consumi telematici conoscitivi, informativi, comunicativi. Molti esperti di marketing e staff specializzati di aziende stanno studiando come far diventare queste dinamiche una risorsa economica […] La creazione di comunità su internet tramite il Web può essere definita una delle risposte possibili al caos generato da sovrabbondanti quantità di informazioni circolanti nel nostro universo mediatico. Il ricorso alla specializzazione e alla targettizzazione dell’era dell’informazione a cui stiamo assistendo è stato il primo passo verso la creazione di un filtro cognitivo tematico di fronte all’uragano di nozioni e dati che ci investe ogni giorno». Il libro era almeno 15 anni in anticipo. Si intitola Dopo Internet, (Castelvecchi), e non è che ce ne siano  poi tante copie in giro.
Verticalità di moda
Anche se considerazioni come quelle di Pulcini sono state di fatto ignorate per molti anni, come dimostra la rincorsa a raggiungere platee di pubblico indifferenziate con qualsiasi tipo di contenuto (anche pubblicitario), oggi c’è addirittura il rischio concreto che verticalità diventi una buzzword (parola di moda. Seguirà voce apposita nel glossario di Wolf). Ma rimane una delle strade da percorrere quando si vuole affrontare il mondo dei media, della comunicazione d’impresa, dei contenuti.
Ci sono soltanto pochissimi eventi che possono vivere di generalismo, e il progressivo decremento degli ascolti della televisione generalista ce lo insegna. Anche il successo in termini numerici del Festival di Sanremo di Carlo Conti (i dati Auditel sono davvero buoni, non è solo propaganda. E i ricavi sono pari a 6,5 milioni di euro) si basa su una destrutturazione del cast musicale (e dunque del target di riferimento) per pescare in varie nicchie di interesse (i talent, i nostalgici, quelli che amano la musica italiana più classica, addirittura il rap, mescolato all’appartenenza territoriale). Manca solo il coraggio di proporre cose un po’ più indie e la disponibilità da parte delle case discografiche e degli artisti cosiddetti “big” di non andare più a fare le ospitaste ma di mettersi in gara. Ma Sanremo, appunto, resta anche un evento estremamente generalista.
Anche le news rischiano di essere sempre e solo generaliste e di trasformarsi sempre di più in qualcosa di fungibile, di indipendente da chi lo produce (quella che in inglese si chiama commodity). Il che, per un prodotto che si occupa di notizie, non è una bella cosa. Una lunga introduzione per arrivare all’intervista di Sarah Varetto a Tvzap di Repubblica.it in cui la direttrice di SkyTg24 parla di informazione verticale.

Oggi ormai per avere le ultime notizie non devi più aspettare il telegiornale, né quello canonico nè quello dei canali all news. Basta sfogliare una pagina web, voi di Repubblica.it lo sapete bene, quindi è cambiato l’approccio. Un canale come il nostro sempre più si concentra sul racconto di quelle che sono le storie più importanti, che interessano davvero le persone, che si cercano di coinvolgere attraverso tutte le piattaforme: le app, il sito, gli strumenti social sempre più presenti nella narrazione del quotidiano. E poi attraverso un racconto che può essere un’innovazione ma che in realtà è anche un ritorno al passato: il racconto delle notizie attraverso le storie, attraverso i protagonisti, un approccio verticale che si basa anche molto sull’analisi delle vicende […]  Tutto per dare un racconto molto più profondo di quello che sta accadendo. Questo è il senso della verticalità».

Quanto engagement
Se vuoi lavorare con i social, devi conoscere questi numeri e sapere che c’è da lavorare veramente sodo per sperare di avere successo. Mediamente, un utente vede appena 4 post su Facebook, nel proprio news feed. Il mare degli aggiornamenti e del flusso è in continua espansione e c’è sempre più bisogno di fare un grande lavoro creativo, per attirare l’attenzione su un social di massa. Non è detto che si riesca ad attrarre pubblico «organico» e non è detto che si riesca ad aver successo con contenuti sponsorizzati. Bisogna studiare e darci dentro e sperimentare. Edgar ha qualche suggerimento in merito, da leggere, capire, introiettare e poi mettere in pratica.
Lavoro
Alla Juventus cercano un digital marketing manager. E non solo.