Personas, tool e motori di ricerca

Ci sono parecchi strumenti che possono aiutarci nella progettazione delle personas così come le ha definite Mafe de Baggis, quindi, secondo l’analisi di bisogni, problemi, paure e desideri.

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Strumenti che sono semplici tool online o che sono vere e proprie fucine di dati, ricerche di mercato (a costi relativamente contenuti) e che aiutano a farsi venire idee di ogni genere rispetto alle persone che ci immaginiamo di voler raggiungere con i nostri contenuti e i nostri prodotti.

Un tool di aiuto alla progettazione, davvero molto semplice e intuitivo, è Xtensio.

Qui di seguito, per gioco – ma nemmeno troppo – ho provato a definire la mia persona rispetto al mio lavoro di consulente. Credo che l’unico prodotto che possa fare al caso mio rispetto a questa mia dimensione sia un’iAssistente. Qualcuno che lavora con me e per me su una serie di elementi per migliorare la mia gestione del tempo.

Ma al di là di questo, che è molto personale, vedrai che l’idea di avere a disposizione un canva da compilare (e eventualmente da personalizzare) è davvero utile.
Il punto, però, è che dobbiamo assolutamente fare in modo che questo tipo di progettazione non rimanga un bell’esercizio di stile.

Che queste personas non restino sulla carta o non rappresentino solamente le idee che ci siamo fatti in merito a nostri potenziali clienti.

Il primo elemento, non farle restare sulla carta, si traduce nella creazione di un piano editoriale per servire queste personas.

Il secondo elemento, non farle assomigliare a noi stessi e basta, o alle idee sbagliate che ci siamo fatti, richiede un po’ di esperienza e l’uso di dati che possono provenire dal mondo esterno.

Per esempio, dai motori di ricerca e dalle interviste. Diciamo che io voglia progettare il mio iAssistente. Il mio target sono evidentemente freelance che lavorano nel mondo della comunicazione. La prima cosa che farei è contattare una serie di persone che fanno questo lavoro, per avere una serie di informazioni di partenza (in altri casi posso partire direttamente dal motore di ricerca, chiaramente). Quanto più il tuo mercato e prodotto di riferimento è B2B tanto più le interviste saranno fondamentali per la fase di progettazione, esattamente per lo stesso motivo per cui la vera differenza fra il B2B e il B2C è che il primo è «solo» più relazionale del secondo.

A questo punto, dopo che mi sono fatto dire un po’ di cose di cui le persone freelance pensano di aver bisogno, inizio la mia ricerca su Google.
Per esempio, digito «gestione del tempo». Il mio amico, il mio alleato, diventa immediatamente, come in ogni analisi SEO che si rispetti, l’autocompletamento automatico di Google.

Ti ricordo, poi, che per ogni keyword che hai scelto, puoi completare con lettere e preposizioni per ottenere altri risultati.

Così, per esempio.

Volendo, posso farmi aiutare anche da strumenti visuali, come Answer the Public.

Quanto più mi immergo in questo tipo di analisi, tanto più sarò capace di capire non tanto le keyword quanto i veri e propri argomenti di conversazione delle persone che fanno una certa attività o che si occupano di determinate cose. Naturalmente, dovrò anche avere la sensibilità umana di eliminare dal novero delle ricerche tutte quelle parole chiave che non significano niente per il mio business o che afferiscono ad altre aree semantiche o che potrebbero diventare altro business.

Ti ricordo che le parole che ti suggerisce Google (o che mette in fila uno strumento come Answer The People, sono il risultato di vere ricerche che sono state fatte dalle persone. Ecco perché si tratta di una vera e propria ricerca di mercato, quella che stai facendo! Tanto più tempo dedicherai alla comprensione di queste ricerche tanto più accurata sarà la progettazione della tua persona.

Ricordiamoci, però, che il motore di ricerca è l’area del bisogno consapevole, non certo quella della domanda latente. Quindi, è molto più facile, grazie all’uso di tecniche che normalmente sono appannaggio dei SEO, individuare bisogni e desideri (elementi più attivi) rispetto a paure o problemi. In effetti, nel caso della gestione del tempo, è l’intervista (a me stesso!) che mi ha suggerito il problema di partenza.

A meno che non ci si imbatta in aree in cui l’uso delle parole può dare indicazioni precise anche su questi elementi, senza grosso sforzo. Per dire, un celiaco che volesse andare fuori a cena magari userà la parola «senza» associata a «pizza».


Il «trucco»? Non c’è. O meglio: bisogna immedesimarsi nelle persone, imparare a usare Google, far tesoro di queste informazioni, usarle per la costruzione delle personas e dei piani editoriali.

Ricordati che il canale motori di ricerca (se vuoi, la tecnica delle search personas) è solo uno degli elementi che si possono utilizzare. Ce ne sono molti altri, a cominciare dai social, e in sede di progettazione è inutile se non addirittura deleterio limitarsi a un unico canale di contatto con contenuti.