Fabula 5: le personas

Al centro dell’infinito progettare che ho chiamato Fabula devi mettere le persone che vuoi raggiungere, coinvolgere, convincere: il modo migliore per farlo senza disturbarle, ma rendendo la comunicazione parte integrante e piacevole dell’esperienza, per me è immaginarle come personaggi. È arrivato cioè il momento di lavorare all’aspetto più affascinante dell’uso delle tecniche di racconto nella comunicazione: il worldbuilding, la costruzione dell’universo narrativo. Un universo narrativo in cui, al centro della scena, non ci sei tu azienda e i tuoi prodotti, ma i tuoi clienti e le loro storie.

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Se non ti immedesimi nei personaggi di una storia è molto difficile che tu ti possa appassionare: le rare volte che smetto di leggere un romanzo è perché non sono interessata ai destini dei personaggi. Vuoi davvero usare lo storytelling? Appassionati alle vite dei tuoi clienti e trova un modo per farli felici, cioè per fornire loro la soluzione a un problema, detto in termini narrativi: per progettare il loro lieto fine. Solo così loro si potranno immedesimare nella tua storia al punto da volerci restare il più a lungo possibile: la fedeltà di marca, oggi, passa da qui.

Per popolare questo universo narrativo combinando dati e istinto ho adattato una tecnica di design molto usata, quella delle personas (personaggi in latino), concentrandomi sulla loro psicologia più che sui loro comportamenti. Li immagino, cioè, esattamente come i personaggi di un romanzo o di un film, usando questo schema:

Prima di tutto battezziamo il nostro personaggio, sia per umanizzarlo sia per identificarlo. Decidiamo quanti anni ha, non per limitarlo ma per ragionare sui suoi riferimenti culturali e sociali. Idem per la sua provenienza: è importante capire se abbiamo a che fare con una persona che abita in una metropoli, in un piccolo centro o all’estero.

Infine, scegliamo la frase che lo caratterizza, il suo intercalare: un personaggio «mai una gioia» sarà molto diverso da uno «anche meno». La frase tipica ci servirà per impostare il linguaggio più adatto per coinvolgerlo.

Fin qui, tutto semplice, o quasi. Per progettare un personaggio realistico dobbiamo adesso accettare una cosa molto difficile: non saremo mai al centro della sua attenzione. Neanche se siamo l’iPhone8. Al centro della sua attenzione ci sarà lui (o i figli, o il cane, o il suo matrimonio o la sua carriera).

Proprio per questo è opportuno cercare di salire di livello e di farsi domande di questo tipo:

  1. Che problema deve risolvere chi potrebbe essere felice con il mio prodotto?
  2. Che bisogno vuole soddisfare chi potrebbe essere felice con il mio prodotto?
  3. Che desiderio vuole realizzare chi potrebbe essere felice con il mio prodotto?
  4. Che paura ha chi potrebbe essere felice con il mio prodotto?

Salire di livello vuol dire non fermarsi alla prima risposta possibile e cioè alle caratteristiche tecniche dell’offerta: è chiaro che se ho cambiato lavoro e ho bisogno di un’automobile per andarci ho il problema di «andare al lavoro», ma questo è un problema risolto da qualsiasi automobile (e magari anche da una bicicletta o da un motorino). È molto diverso, se vendo automobili, concentrarsi su un personaggio che ha il problema di «avere poco tempo», o di «avere paura dei cambiamenti climatici» o di «non essere indipendente».

In genere più saliamo di livello più aumentiamo le nostre possibilità creative, qualunque sia la direzione in cui usarle (i testi del sito, un piano editoriale per i social, una campagna pubblicitaria). Di questo parleremo più avanti.

Proviamo ad applicare lo schema alla mia offerta: un mio cliente ideale:

  1. ha il problema di dover includere i media digitali nelle sue competenze
  2. ha bisogno di bellezza e cultura
  3. desidera fare proprie le competenze che gli servono
  4. ha paura di essere tagliato fuori

Un altro mio cliente ideale:

  1. ha il problema di un budget limitato
  2. ha bisogno di una strategia di medio-lungo periodo
  3. desidera occuparsi di comunicazione, non di tecnologia
  4. ha paura di aver sbagliato tutto

Dovrebbe essere evidente che questi personaggi sono un mio cliente ideale, non il cliente ideale di chi vende progetti di comunicazione. E questo è esattamente il punto 🙂

[L’immagine di copertina è di Hal Gatewood]