Cos’è successo nel frattempo

Tecniche di vendita: una giornata di formazione

Lunedì 12 dicembre a Bologna Pier Luca Santoro tiene una giornata di formazione sulle tecniche di vendita. Per gli abbonati a Wolf, offerta libera per partecipare al corso. Per gli iscritti al gruppo – ma non abbonati – 100 euro + IVA a persona.

___STEADY_PAYWALL___

Facebook come Glenn Close

Sul canale Slack dedicato alle conversazioni di Wolf (a proposito, se vuoi partecipare scrivimi) Virginia, una nostra abbonata, ha pubblicato un sondaggio di Facebook su Facebook.

Se non ti è mai capitato, è l’occasione per vederne uno (succede, di tanto in tanto, che il social di Menlo Park si lanci in una serie di domande rivolte ad alcuni dei suoi iscritti per «migliorare»: non è la prima volta e non sarà l’ultima. Il 13 novembre, per esempio, girava un sondaggio a proposito della nuova parola di moda, «fake news»).

Il contenuto di questo sondaggio è particolarmente interessante perché sembra la conversazione con un amante in cerca di conferme. Al campione selezionato si chiede di rispondere a domande tipo: quant’è divertente Facebook? Facebook secondo te si interessa ai suoi iscritti? Facebook fa bene al mondo? Facebook aiuta persone quando hanno problemi? Facebook sta sviluppando una tecnologia dirompente? Già che ci siamo, poi, un paio di domande su prodotti che hai sentito nominare e che hai usato nell’ultimo mese (i primi sono Oculus, WhatsApp, Instagram e Internet.org, tutto in casa Zuckerberg e c’è spazio anche per Snapchat, giusto per vedere se le barriere in uscita innalzate soprattutto con le Instagram Stories ma in generale con l’esperienza di navigazione su Facebook stiano funzionando).

L’unica domanda che prevede risposta obbligatoria è l’unica che dovrebbe davvero interessare a chiunque operi online.

schermata-2016-11-28-alle-23-47-06

Solo che è una domanda posta male: Facebook non ha contenuti. Facebook propone contenuti di altri.

Cosa si può capire, da un sondaggio, della percezione che Facebook ha di sé (ovvero: della percezione che le persone che lavorano a Facebook hanno di loro stesse)? A volte temo di essere vittima di pregiudizi autoconfermativi – chi non lo è? –, solo che questa sequenza di domande, che fa un po’ sorridere, sembra proprio l’anticamera del positive thinking nella sua versione fideistico-religiosa. A meno che non si voglia pensare che possa essere davvero utile conoscere la risposta a «Facebook fa bene al mondo», naturalmente. E che abbia un senso porre quella domanda.

Forse si è perso un po’ il senso delle cose e bisognerebbe semplicemente ridimensionare tutto il mondo delle OTT. Ma ridimensionare non va d’accordo con esigenze marketing di questo tipo di narrazione. Solo che un conto è mostrarsi proattivi nell’esigenza di far vedere al mondo che si sta tentando di risolvere il problema – irrisolvibile – delle bufale online. Un conto è mostrare un morboso bisogno di conferme che neanche Glenn Close in Attrazione fatale.

SEO

Una precisazione doverosa rispetto alla strategia SEO suggerita nel numero 130, che viene ancora una volta dal canale di Slack: naturalmente anche i suggerimenti dell’autocompletamento di Google dipendono dalla tua storia di navigazione, quindi variano da utente a utente e quindi sono da verificare attraverso finestra anonima. È importante precisarlo per evitare illusioni ed effettivamente è una precisazione che mancava alla disamina. Ciò non toglie nulla alla bontà della strategia suggerita.

Running

Repubblica apre una verticalità sul mondo del running (https://www.repubblica.it/sport/running/) che fa un po’ scopa con quella che gestisce da tempo – e sul cui destino le voci che girano nei corridoi non sono particolarmente positive – Gazzetta (running.gazzetta.it). È, effettivamente, un universo di interesse, una nicchia che sembra in crescita e che ha anche buon appeal commerciale, soprattutto per il settore abbigliamento e per le tecnologie indossabili. Tutto da vedere se per un generalista sia una scelta corretta, ma è un inizio.

Business clickbaiting?

Sempre in casa Repubblica, nasce Business Insider Italia.

Un inizio col botto (ma, come si diceva nel gruppo di conversazione su Facebook, è presto per giudicare).

Bubble

La Realtà virtuale è la next big thing? O è solamente (per la terza volta nella storia dell’umanità) una bolla? Devo dire che prima di vederla dal vivo non avevo mai realizzato una cosa fondamentale: per muoversi nella realtà virtuale, affinché cioè la sensazione sia perfetta, devi essere collocato all’interno di una «ruota» da criceto. Così.

schermata-2016-11-29-alle-00-33-25

Forse la next big thing la proviamo la prossima volta.